Barack Obama: le riforme da Presidente | Esquire

2022-09-10 03:28:58 By : Mr. Tony Lu

Tutte le riforme operate da Barack Obama durante gli 8 anni alla Casa Bianca

Nato a Honolulu nel 1961 da un’antropologa del Kansas e da un economista keniota, Barack Obama ha sempre dimostrato una certa tendenza a voler essere il primo: prima di lui, infatti, nessun afroamericano aveva mai diretto la rivista Harvard Law Review o era diventato Presidente degli Stati Uniti d’America. L’avventura politica, però, è partita da molto più in basso e da ideali veri attorno a cui far ruotare tutta la propria esistenza: è stato avvocato di difesa nel campo dei diritti civili, è diventato un membro del Senato dell’Illinois e solo dopo - anche grazie alla moglie Michelle - è riuscito a portare a termine il sogno americano sostituendo Bush e precedendo Trump. Negli otto anni alla Casa Bianca, inoltre, non si può di certo dire che sia rimasto con le mani in mano: molti, infatti, non stati i provvedimenti presi dalla sua amministrazione sempre rispettando il proprio sentire democratico. Il Nobel per la pace del 2009 parla proprio di questo: di un grande impegno a favore della diplomazia internazionale, della cooperazione e della libertà individuale.

Ecco allora tutte le riforme salienti dei suoi due mandati descritte punto per punto.

Durante la permanenza alla Casa Bianca Barack Obama si è speso a più riprese a favore della comunità omosessuale del Paese: uno dei primi interventi in tal senso è stata la firma del Matthew Shepard Act nel 2009, un documento del tutto simile al ddl Zan italiano che ha reso perseguibili penalmente gli atti d’odio commessi per motivazioni che riguardano l’orientamento sessuale, l’identità di genere e la disabilità. Ha poi revocato il divieto di viaggiare negli Stati Uniti per le persone testate positive all’HIV e ha aperto le carriere militari anche alle persone non eterosessuali (libertà ridotta poi nel 2016, quando il Pentagono ha escluso gli uomini e le donne transgender dal percorso). Infine, si è impegnato per la legalizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso, imponendosi come primo Presidente degli Stati Uniti realmente intenzionato a perseguire questo obiettivo.

Appena eletto nel 2008, Obama ha dovuto fronteggiare la profonda crisi economica che aveva colpito il mondo in quegli anni e, per farlo, ha elaborato un documento denominato American Recovery and Reinvestment Act che prevedeva la distribuzione di 787 miliardi di dollari per favorire la ripresa dell’economia nazionale: gran parte dei fondi sono stati distribuiti nel settore sanitario, delle infrastrutture e dell’istruzione. Si è poi preoccupato di ridurre l’imposta sui redditi e la tassazione sui beni immobili di proprietà delle famiglie americane, affermando come la disuguaglianza di entrate tra la popolazione fosse la vera battaglia da combattere. Infine, ha ratificato un patto di libero scambio chiamato Partenariato Trans-Pacifico per favorire il commercio con dodici nazioni tra cui Australia, Giappone, Perù, Cile e Messico.

Obama ha voluto legiferare anche in materia di ambiente e riscaldamento globale, entrambi aspetti già identificabili al tempo. In tal senso, ha proposto nuove regole di gestione per fabbriche, raffinerie petrolifere e centrali elettriche in modo da abbassare il loro impatto sul pianeta. Allo stesso modo, ha formato una commissione atta a identificare nuovi standard di sicurezza per gli impianti di perforazione, dopo il disastro avvenuto nel Golfo del Messico nel 2010 e le successive perdite d’olio nel mare. Ha altresì chiesto di terminare anzitempo l’esplorazione dell’Artico alla ricerca di petrolio e ha protetto più di 553 milioni di acri del territorio statunitense con rigide norme di conservazione.

Un altro aspetto cardine su cui Barack Obama aveva basato tutta la sua campagna elettorale era il settore della sanità, da sempre un ambito complesso e scottante nel Paese. Uno dei suoi primi provvedimenti ha dunque riguardato l’inserimento dell’opzione pubblica attraverso un documento - approvato da Senato e Camera - chiamato Patient Protection and Affordable Care Act, compensando i costi dell’operazione con tasse, misure di risparmio e tagli sul superfluo a favore dell’essenziale garantito a tutti i cittadini.

Il secondo mandato di Barack Obama si è aperto con un fatto di cronaca che aveva sconvolto l’opinione pubblica: la sparatoria avvenuta alla scuola elementare Sandy Hook. A seguito di ciò, il Presidente ha proposto una serie di norme sul controllo delle armi, ponendo maggiori limiti e introducendo pene più perentorie ai danni dei trafficanti illegali. Prima di abbandonare la Casa Bianca, inoltre, ha inasprito le nuove regole, restringendo ancor di più il campo di armi vendibili e di enti autorizzati a commerciarle.

Gli anni dal 2008 al 2016 sono stati per gli Stati Uniti un importante periodo di definizione degli accordi internazionali, promossi dal Vicepresidente Biden e dal Segretario di Stato Hillary Clinton con la Russia e l’Europa più in generale; nelle nuove alleanze sono poi entrati anche i leader arabi e gli esponenti del mondo musulmano. Molte, inoltre, sono state le crisi che Obama ha dovuto affrontare nei suoi otto anni di presidenza: per la guerra in Iraq, ad esempio, c’è stata la promessa (poi mantenuta) di ritirare le truppe entro 18 mesi dall’insediamento; il conflitto in Afghanistan ha visto un rafforzamento della presenza a stelle e strisce sul territorio; sempre durante il suo mandato si è anche verificata la morte di Osama bin Laden e la successiva celebrazione al Ground Zero di New York, luogo simbolo dell’attentato terroristico dell’11 settembre 2001; i rapporti con Cuba si sono fatti meno tesi e i due Paesi si sono promessi di riaprire le rispettive ambasciate; infine, Barack Obama è stato il primo Presidente americano a recarsi in Etiopia per un discorso che ha avuto a che fare con l’alleanza economica e che si è trasformato poi in un’esortazione al Paese a favorire ancor di più la democratizzazione.